Analisi di Mercato

Ancora la SMA 200

I vecchi rimedi della nonna hanno preso, per il 2018, il posto di tante sofisticate letture dei mercati: dal 2016 ad oggi – inclusa la correzione di febbraio – è la media mobile semplice 200 a determinare il corso del mercato US. Semplice ma preoccupante perchè la media a 200 giorni, che rappresenta un anno di borsa aperta, è intervenuta fin troppe volte e non ci sono state altre formazioni grafiche a determinare il corso del prezzo.

Il secondo tentativo di forzarla, quello attuale, è come ci si poteva aspettare andato più in profondità rispetto a febbraio e non ci sono dubbi che a questo punto tutto il mondo stia a guardare cosa succederà proprio nell’intorno della SMA200. Inutile chiedersi se anche questa volta reggerà o meno e, nel caso dovesse reggere, se darà l’avvio ad una nuova gamba rialzista per i prossimi mesi. Possiamo però osservare ciò che sappiamo per certo e in borsa l’unica certezza è ciò che è già avvenuto.

La struttura del mercato è ancora pienamente rialzista – con massimi e minimi crescenti – e fino a che permarrà questa condizione il mercato rimane toro. Punto.

Il bull market in corso dal marzo 2009 ha finora avuto una durata poco superiore alla media di tutti i bull market storici: non è quindi illogico attendersi che possa durare ancora qualche anno sebbene sia un bull ormai datato. Proveniamo, inoltre, dalla lost decade 2000-2010, periodo nel quale sono occorsi due tra i peggiori bear market della storia borsistica ed in un tempo breve. Guardando a cosa accadde dopo il 1929, ci si accorge che a seguito della peggiore crisi assoluta delle borse, c’è stato un bull market di quasi 30 anni, intervallato da una una recessione di soli 6 mesi. Il return to the mean vale anche per i macromovimenti e non è ancora illogico attendersi che dopo la decade 2000-2010 nella quale si è guadagnato poco, segua un bull market secolare destinato a ristabilire le quote.

Ma a noi interessa soprattutto il quotidiano, ovvero come muoversi domani e la prossima settimana e, per quanto mi riguarda, la parola d’ordine è: cautela.

La percentuale di titoli dell’intero listino US e del solo S&P500 ha superato al rialzo quota 25% – un segno bullish.

La freccia blu, posizionata a 2810 area, segnala una importante area di resistenza dove convergono 2 punti nodali:

1) il 61.8% del ritracciamento Fibonacci dai massimi di ottobre
2) il 50% del range della candela di un mese fa che ha inaugurato la correzione in atto
La settimana appena trascorsa ha fatto i conti con area 2810 che rimane quindi un livello importante da superare ma dal quale si potrebbe anche ritracciare per andare a ritestare i minimi prima della possibile ripresa rialzista.

I titoli dell’intero listino che hanno raggiunto nuovi massimi sono finalmente superiori ai nuovi minimi, che devono rimanere sotto quota 500 se il reaction rally in corso deve proseguire. Un rialzo dei nuovi minimi al di sopra di livello 500 segnalerebbe che la resistenza a 2810 sta facendo il suo lavoro di opposizione al rialzo.

Il VIX a 9 giorni (linea blu) è tornato a valori inferiori rispetto alle scadenze successive, cos’ come il VIX index sembra essersi stabilizzato sotto quota 20, andando a testare la Bollinger inferiore: un segnale di ritorno alla calma.

Sebbene notevolmente migliorata rispetto alle scorse settimane , la situazione è ancora troppo in divenire per potersi posizionare pesantemente con il portafoglio: correzioni come quella in corso necessitano di settimane e mesi prima di risolversi. La struttura del mercato è ancora saldamente bullish e le prossime eventuali giornate al ribasso possono essere occasioni d’acquisto, con size ridotte, in particolare se si assiste ad una ripresa dei prezzi dell’indice in chiusura.

Interessanti ED, KHC.

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