Analisi di Mercato

Reaction Rally

Molte blue chip USA sono su supporti settimanali importanti, le New Low (i titoli USA che hanno fatto un nuovo minimo annuale) sono finalmente rientrati sopra quota 500, il rebound tecnico è in atto da martedi – non senza indecisioni – dopo aver toccato quota 2600 definita la scorsa settimana come la stazione successiva di questa correzione, essendo 2600 una base importante dei minimi di febbraio.

Rimbalzo tecnico dunque, per ora, ma con una reazione importante: la ripresa dei 19 mercati analizzati non-USA, che hanno ampiamente partecipato al rimbalzo.

La partecipazione al rimbalzo dei titoli USA si è finalmente manifestata: niente di roboante ma dopo settimane di discesa incontrastata fino a toccare livelli di vero oversold, ci si accontenta. Tutti e tre i grafici analizzati mostrano ancora che la percentuale dei titoli US sotto alla loro media 50 (grafico a sinistra), così come i titoli S&P500 sotto alla media 50 (grafico al centro) ed in ultimo tutti i titoli del listino USA sotto alla loro media 200 (grafico a destra), sono sotto ai loro livelli di guardia che, almeno per i primi due grafici, stanno per essere raggiunti al rialzo.

La volatilità rimane sempre alta, almeno per quanto siamo stati abituati negli ultimi anni, ed in particolare quella a brevissimo termine (9 giorni, linea blu a sinistra) e con il VIX sempre alle prese con livello 20, ovvero il valore medio del VIX dell’ultimo decennio.

La volatilità e la partecipazione dei titoli al rialzo sono le due variabili da osservare attentamente per decifrare il mercato: ed al momento osserviamo ancora grande incertezza.
Ho utilizzato il termine “tecnico” per definire questo rimbalzo perchè non penso che la correzione – questa è ancora una correzione fino a prova contraria – abbia terminato il suo corso, e questo per alcuni motivi:

1) una ripresa del Bull Market dalla prossima settimana, formerebbe un rimbalzo a “V”, come quello visto nel 2009. Ma i rimbalzi a “V” sono molto meno frequenti di quelli a “W”. E’ più probabile quindi assistere ad una nuova gamba ribassista nelle prossime settimane o mesi, con retest e magari anche parziale superamento dei minimi attuali e di febbraio (più o meno coincidenti) prima di vedere quali sono le reali intenzioni del mercato: ripresa o Bear Market. Correzioni come quella attuale impiegano 3-4 mesi a risolversi.
2) Dai massimi, gli indici USA hanno perso poco: S&P500, Nasdaq, Russell 2000 e Dow Jones hanno corretto solo per il 5%.

3) il retest dei minimi di Febbraio unito alla velocità con cui i prezzi sono tornati lì, ha dato chiara indicazione di volontà ribassista: si tratta di minimi importantissimi e ci stiamo girando attorno e verranno probabilmente ritestati.

Al momento, quindi, è in atto un reaction rally all’interno di una correzione. In un reaction rally non si prendono posizioni di lungo termine ma si approfitta per brevi trade multiday senza caricare il portafoglio e con size ridotte. Da privilegiare i long.

Interessanti ORCL, CCI, ERUS, GME, TUR.

Rispondi