Tattica

Short e il Principio di Archimede

 

Lo short non è l’immagine speculare del long: è una bestia molto diversa.
Andare short è come cercare di spingere un pallone sott’acqua: per il Principio di Archimede, tanto più a fondo immergerete il pallone, tanta maggiore forza sarà necessaria per tenerlo sott’acqua. Nei mercati valgono le stesse leggi fisiche: tanto più a lungo mantengo short un titolo, tanto maggiore deve essere la forza ribassista perchè il bias long del mercato (cioè il Principio di Archimede) tenderà prima o poi a riportare il prezzo in superficie e lo farà con violenza proporzionale alla durata e alla profondità del ribasso, come successo a Marzo 2009 o a Dicembre 2018.

Nella pianificazione e conduzione di uno short, devo tenere presenti tre aspetti che lo differenziano dal long:

  • il timing deve essere più preciso. Andare short è sempre andare contro la corrente rialzista strutturale dei mercati e abbiamo meno probabiltà che un timing imperfetto venga perdonato
  • in ogni caso, devo essere pronto a prendere qualche stop loss, e rientrare, prima di vedere il titolo scendere effettivamente. Oppure devo prendere un rischio maggiore posizionando il mio stop più lontano di quanto si faccia abitualmente nelle operazioni long. Un trade short ha bisogno di più tempo e spazio per svilupparsi, perché deve prima fare i conti con il Principio di Archimede, ovvero il secolare bias rialzista dei mercati.
  • a differenza dei mercati rialzisti, caratterizzati dall’avidità e dalla brama di guadagno, l’emotività dei mercati ribassisti è dominata dalla disperazione e dalla capitolazione, sentimenti spiacevoli di cui ci si vuole liberare in fretta. Ciò fa si che i top di mercato siano di lunga durata e si presentino sui grafici come arrotondati, a differenza dei bottom che sono spesso brevi e contrassegnati da rimbalzi imponenti.
  • lo short interest di un titolo sui cui si vuole andare short, deve essere sempre valutato, per evitare di ritrovarsi in una stanza troppo affollata di orsi che cercano di fuggire.

Allo stesso modo, le operazioni short avranno una durata inferiore rispetto ai long. Lo short ha più il gusto della toccata e fuga e quindi le operazioni che sfruttano uno swing ribassista della durata di qualche giorno sono da preferire ai trend following: un titolo può anche scendere per mesi, ma la probabilità è inferiore. Ma se si volesse cavalcare un lungo trend al ribasso, bisogna essere pronti a fronteggiare i vari Bear Market rally che si susseguiranno: un Bear Market rally, cioè uno swing rialzista all’interno di un Bear Market, ha caratteristiche di velocità e violenza superiori ai rialzi di un Bull Market, le stesse di una palla tenuta sott’acqua che riemerge perchè lasciata andare, e questo perché le ricoperture degli shortisti, unite agli acquisti di chi pensa che ormai il titolo è sceso troppo in basso per scendere ancora, fanno si che i rialzi siano improvvisi e violenti, capaci di recuperare un 50% del ribasso prima di riprendere a scendere: non è facile rimanere in sella a uno short in queste condizioni.

 

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