Analisi di Mercato

Il Ringhio

La scorsa settimana concludevo:
sono possibili due scenari: un retest dei minimi – con alta probabilità che in questo caso vengano superati con supporto in area 2700 – o il primo tentativo di forzare 2830. Nello scenario attuale, l’acquisto sulla debolezza – tattica vincente dell’ultimo decennio – non è più consigliabile“.

2700, livello psicologico e logico non da poco, è stato passato senza nemmeno fare fatica con una Marubozu chiara e netta, tipica delle situazioni in cui il mercato vuole passare un livello importante dando un segnale deciso: il modo (la Marubozu di mercoledì) e il tempo (appena due giorni) impiegati per bucare il supporto lasciano pochi dubbi sulla volontà ribassista: questo mercato deve ancora trovare il modo di fare base ed è probabile non lo farà in breve tempo: fino a quel momento assisteremo a giornate ribassiste seguite da timidi tentativi di recupero con un mercato quindi ad alta volatilità ed alta direzionalità. La diminuzione della volatilità e della direzionalità saranno il primo segno della stabilizzazione.

Dai livelli attuali ai minimi di Febbraio non manca molto, e sembrava quasi fantascienza pensare di raggiungerli solo una settimana fa. In più la strada è in discesa perchè non esistono supporti logici da qui ad area 2600 SPX nè vengono in aiuto i volumi: i prezzi dal close di venerdì a 2600 hanno avuto nei mesi scorsi pochi volumi, cioè ci sono stati pochi scambi in quelle zone e quindi pochi compratori che vorranno rientrare per riprendere un’occasione perduta. La prossima stazione sono i minimi di Febbraio, posizionati tra 2580-2600 di SPX e anche qui sarà importante vedere la velocità ed il modo con cui ci si arriva. Che poi il mercato decida di riprendere è tutto da vedere e personalmente non credo sia l’opzione più probabile: rimbalzi probabili, addirittura ovvi, ripresa del bull trend , no.

Naturalmente i titoli sopra alla loro MM200 sul daily e quelli sopra alla MM50 sul weekly continuano ad avere valori allarmantemente bassi: in nessuna delle correzioni avvenute dal 2009 ad oggi, il loro valore percentuale è stato così basso e per così tanto tempo. Come la bassa partecipazione al rialzo – vista qui – è stata il primo segnale d’allarme, così la ripresa dei titoli, unita al diminuire consistente della volatilità saranno i fenomeni da ricercare prima che possa concretizzarsi ogni possibilità di formazione di una base.

Gli USA si sono finalmente adeguati al resto del mondo, in bear market tecnico da mesi, bucando la MM200 su tutti gli indici principali: un dato importante considerando che la MM200 è stata l’ultimo baluardo sul quale il mercato è riuscito a fare leva lo scorso inverno. Il livello di oversold sul quale versano un po’ tutti i mercati lascia intendere che un rimbalzo debba necessariamente avvenire, ma la probabilità che si tratti di un rimbalzo tecnico è diventata questa settimana via via più convincente. I 19 mercati internazionali che considero ogni settimana sono tutti in posizione short, con l’unica eccezione del Brasile. Altrettanto short sono gli 11 indici settoriali del mercato USA, con la sola eccezione delle Utilities. Nota dolente, SPX è passato a short sia sul mensile che sul settimanale.

E’ il classico momento di stallo nel quale non è sano pensare di operare – in multiday – in qualunque direzione: troppo tardi per gli short, nessuna giustificazione per i long. I segnali della preparazione di una base a 2600 potranno essere l’avvio di una nuova shopping list di medio termine: attualmente lo scenario più probabile è quello di approfittare dei rimbalzi per operazioni veloci e con size limitate.
Interessanti, in caso di rimbalzo, ULTA, WAT, AMAT.

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